La prima edizione del libro “Dolore. Basi molecolari” di Alessandro Fabrizio Sabato (Università Tor Vergata, Roma) si è esaurita in qualche mese. Nell’introduzione l’autore, riferendosi ai probabili lettori, menziona gli anestesisti, che sono di gran lunga gli specialisti più numerosi che si dedicano alla terapia del dolore e delle cui esigenze culturali è un attento osservatore.
Questi medici hanno una preparazione di base sull’anatomia e fisiologia del dolore ma si trovano a trattare quotidianamente pazienti con dolore in carenza di una visione della biologia molecolare sufficientemente aggiornata.
Il libro si concentra sulla nocicezione, cioè sui meccanismi di trasduzione, trasmissione e modulazione ascendente e discendente dell’informazione nocicettiva e sulle modificazioni indotte dalla lesione e dall’infiammazione e sul ruolo della glia. Dando per scontate le conoscenze sulle prostaglandine e sulle citochine, e tralasciando la neuroimmunomodulazione, l’attenzione si concentra sulle molecole/canali di membrana della trasduzione e della generazione del potenziale d’azione, sui vecchi e sui nuovi trasmettitori, sul ruolo dei neuropeptidi e delle neurotrofine, sull’endocitosi mediata dai recettori, sui meccanismi sinaptici dell’iperalgesia, sullalong termdepressionela long term potentiation.
Gli argomenti di grande attualità come il dolore neuropatico, il controllo del dolore con oppiacei e con endocannabinoidi hanno un adeguato risalto. L’aggiornamento viene svolto con grande chiarezza e diligenza, con note a margine che riprendono vecchi e nuovi concetti, definizioni e abbreviazioni di centinaia di molecole, con lo scopo preciso di informare in maniera esauriente e agile il lettore. La complessità dei problemi è affrontata presentando modelli di dolore umano e/o animale, illustrando le basi logiche del trattamento, i presupposti fisiopatologici della cronicizzazione del dolore e la misura del dolore. Una particolare attenzione è prestata alla presentazione dei nuovi concetti e dei nuovi dati accentuando la loro rilevanza non solo per la comprensione dei meccanismi, ma soprattutto per la possibilità di nuovi bersagli terapeutici.
La trattazione si avvale di oltre cento figure, soprattutto schemi di funzionamento e interazione che facilitano la comprensione del testo.
Il libro è arricchito da un elenco delle abbreviazioni e da un dettagliato sommario degli argomenti che compensano la mancanza di un indice analitico.
In conclusione si tratta di un testo del quale ben pochi algologi possono fare a meno per suffragare il trattamento quotidiano del dolore con la logica della conoscenza.
(Sabato AF. Dolore. Basi molecolari. Cic Roma 2010, pp 372,